martedì 25 ottobre 2011

Bomba inesplosa: Il giorno dopo


Naturalmente la stampa oggi parla approfonditamente della vicenda avvenuta ieri nella nostra città: l’ordigno ritrovato (e fortunatamente non esploso) dinanzi ad un’attività commerciale a due passi da piazza Plebiscito.


(foto: BrindisiReport)

L’articolo di Piero Argentiero per la Gazzetta del Mezzogiorno


Nel mirino l’imprenditore Menga ma anche l’impegno dell’Aciam

UNA MICIDIALE BOMBA PER INTIMORIRE IMPRESARIO DELLE ONORANZE FUNEBRI

Solo per un caso non è esplosa: allarme criminalità

Trecento grammi di tritolo. Misto a bulloni di acciaio, compressi in un tubo di ferro, con innesco e miccia. Un ordigno molto potente collocato dinanzi alla porta di ingresso dell’agenzia di pompe funebri “Menga” di proprietà di Matteo Menga, situata nella centralissima via Francesco Argentieri, a pochi metri da largo Osanna che è il prolungamento della centralissima piazza Plebiscito. L’ordigno non è esploso. Non si sa se per puro caso o se si è trattato di una scelta degli attentatori.

Comunque sia il messaggio è arrivato. Un duplice messaggio: al titolare dell’agenzia di pompe funebri, che ai carabinieri avrebbe detto di non aver mai ricevuto richieste estorsive, e all’associazione antiracket Aciam che negli ultimi giorni è stata molto attiva nell’intraprendere iniziative per cercare di fermare l’escalation di criminalità che si sta verificando in questo centro. Proprio ieri mattina l’Aciam (il presidente Domenico Maggi e il vice Antonio Bellanova), il sindaco Luigi Caroli e il vicecomandante dei vigili Aldo Bellanova, sono stati ricevuti dal prefetto Prete. Un incontro programmato al quale, a quanto sembra, la malavita ha voluto rispondere con questo ordigno facendo capire che non si fa intimorire e tentando di creare qualche crepa nell’impegno anti-malavita che l’Aciam è riuscita a creare con l’Amministrazione.

L’ordigno è stato scoperto attorno alle 6 quando Matteo Menga è andato ad aprire la sua attività. Davanti all’ingresso c’era questo ordigno che per fortuna non è esploso altrimenti avrebbe provocato danni notevoli: la strada è stretta e l’onda d’urto non avrebbe trovato sfogo. Menga ha chiamato il 112 e sul posto è arrivata la pattuglia di carabinieri che fa servizio in paese durante le ore notturne. E’ stato bloccato il tratto di strada tra largo Osanna e via Argentieri e gli artificieri, giunti da Brindisi, hanno rimosso l’ordigno.”E’ un fatto grave che ci fa toccare con mano quanto grave sia la situazione a Ceglie – dice il presidente dell’Aciam Domenico MaggiSiamo stati da Menga per testimoniare la nostra solidarietà e dargli il nostro sostegno. Noi saremo al suo fianco in qualsiasi momento”.

Le indagini. I carabinieri non si pronunciano. Per tutta la giornata il luogotenente Sante Convertini, comandante della stazione di Ceglie, e i suoi uomini hanno setacciato la città. La risposta dei carabinieri è energica. Ma occorre di più per dare una svolta alla situazione che si è venuta a creare in questo centro a partire da Natale scorso con l’omicidio di Giuseppe Gioia, e poi furti, rapine, aggressioni in casa a scopo di rapina e, per finire, questo ordigno. Occorre di più non da chi sta sul posto, che già fa tanto e di più non è umanamente possibile pretendere.


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E ieri, come già scritto, si è tenuto a Brindisi anche l’incontro tra associazione Anti-Racket, amministrazione comunale e Prefetto di Brindisi con all’ordine del giorno proprio la questione sicurezza a Ceglie. Sempre la Gazzetta ne traccia un resoconto.



L’incontro è durato un’ora ma non sembra che abbia soddisfatto coloro che lo avevano chiesto. L’ncontro è quello avuto ieri mattina dal presidente dell’Aciam di Ceglie Messapica, Domenico Maggi, dal vicepresidente Antonio Bellanova, dal presidente del Consiglio comunale Mario Annese, dal sindaco di Ceglie Luigi Caroli e dal vicecomandante dei vigili urbani Aldo Bellanova. Motivo dell’incontro: la situazione dell’ordine pubblico a Ceglie Messapica a seguito dei fatti criminosi verficatisi a partire da Natale: un omicidio, tanti furti, varie rapine, alcune con irruzione in abitazioni rurali e sequestro dei proprietari, e l’ordigno collocato l’altra notte dinanzi all’ingresso delle pompe funebri “Menga”.

I primi trenta minuti del vertice sono stati assorbiti dalla disamina degli episodi verificatisi nel corso dei mesi. Poi la delegazione di Ceglie ha tagliato corto: “Siamo allarmati, preoccupati e chiediamo interventi concreti che siano di supporto al lavoro che già fanno i carabinieri e i vigili urbani”. Il Prefetto è stato d’accordo ma ha parlato di “compatibilità con le necessità” e di “collaborazione dei cittadini”. Molto poco rispetto alle aspettative di un centro nel quale negli ultimi due mesi ci sono state ben tre irruzioni in villette situate in campagna, i cui abitanti sono stati sequestrati e costretti a consegnare ai banditi tutti i loro oggetti preziosi e il denaro.


Per vedere i due servizi video di Telebrindisi web tv sugli avvenimenti di ieri

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